Studio per identificare i pensieri suicidi sui social network

Questa è una linea di ricerca in corso che identifica le caratteristiche linguistiche negli utenti di Facebook e Twitter in Messico. L'obiettivo è quello di creare applicazioni per aiutare i professionisti della salute a progettare programmi di prevenzione.

Studio per identificare i pensieri suicidi sui social network
Studio per identificare i pensieri suicidi sui social network. Karsten Winegeart / Unsplash

Un gruppo multidisciplinare di scienziati dell'UNAM sta facendo progressi su un progetto per rilevare sospette idee suicide nei testi degli utenti di social network come Facebook e Twitter, utilizzando tecniche di linguistica computazionale. La ricerca è guidata da Gerardo Sierra Martínez, capo del gruppo di ingegneria linguistica presso l'Istituto di Ingegneria (II), e Patricia Andrade Palos, un accademico post-laurea presso la Facoltà di Psicologia (FP) di UNAM.

Uno dei modi emergenti di esprimere l'intenzione di commettere questo atto è attraverso le piattaforme e gli spazi analogici che esistono su internet. Si esprime testualmente su questi siti attraverso la discussione e, nei casi peggiori, la promozione. È quindi necessario comprendere le dinamiche della sua espressione che sono specifiche di questi ambienti virtuali e utilizzare metodi come l'analisi del linguaggio per sviluppare strumenti di rilevamento che contribuiscano al lavoro di prevenzione.

Il progetto cerca di trovare caratteristiche linguistiche che possano essere identificate ed elaborate per rilevare il rischio, il che permetterebbe di individuare le persone che ipoteticamente desiderano fare un attentato alla vostra persona. Un conteggio e un confronto del lessico in gruppi di utenti di Facebook e Twitter (questi sono confidenziali, quindi le loro identità non sono note perché i loro profili non sono stati accessibili) è stato effettuato contro testi casuali su altri soggetti.

Si è stabilita una differenza linguistica tra le persone che indicano qualche presunto rischio, e quelle che parlano di qualsiasi altra cosa comune. Come si è ottenuto questo risultato? Attraverso un conteggio di parole che è stato raggruppato in diverse categorie linguistiche e psicologiche; tra queste ci sono che gli utenti del rischio parlano di se stessi, sempre in prima persona, non usano il plurale, o 'noi', o 'voi'.

Frasi con qualche presunta ideazione suicida possono contenere: "mi sento così"; "sto pensando"; "perché mi sta succedendo questo"; "mi è successo...". Concetti come "pianto", "disperazione", "solitudine", "frustrazione", "depresso", "pessimista" sono anche integrati. Allo stesso modo, categorie di parole che mostrano ansia, angoscia, tristezza o morte, ma sono ineluttabilmente accompagnate da "io".

In sintesi, sono stati analizzati tre diversi set di testi, il cui contenuto riguardava la depressione e il suicidio da un lato, e argomenti casuali dall'altro. L'analisi tra questi ha dato forti risultati che ci sono effettivamente differenze linguistiche significative che sono un segno di rischio di suicidio.

Strumenti

I risultati del progetto sono senza precedenti per il paese e per la lingua spagnola messicana. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare e ampliare i dati di questo primo approccio al fenomeno, al fine di avere elementi conclusivi sull'uso del linguaggio per l'individuazione dei casi a rischio. Per avere un'analisi più ampia del linguaggio, è stato creato un dizionario Netspeak (parole e abbreviazioni usate nella comunicazione su internet), che contiene una varietà di termini usati nella blogosfera.

Per la diagnosi del rischio suicidario, questa biblioteca virtuale ha giocato un ruolo importante, poiché questi termini erano frequenti nei testi esaminati e la loro valutazione da un punto di vista psicologico era possibile grazie all'integrazione di queste parole. Oltre allo sviluppo di questo strumento, è stato generato un contatore di parole basato sul programma LIWC (Linguistic Inquiry Word Counter), che classifica le parole in una serie di categorie linguistiche e psicologiche.

Il prossimo passo sarebbe quello di sviluppare un software che faccia questa ricerca continua e automatizzata nelle reti sociali. Altrimenti, bisognerebbe tracciare e analizzare un numero enorme di tweet e messaggi di Facebook, con le rispettive autorizzazioni. Lo sviluppo graduale di questi metodi genererà applicazioni che serviranno a identificare possibili casi urgenti che richiedono cure psicologiche.

Aiuteranno anche i professionisti della salute a progettare programmi di prevenzione basati su informazioni chiare e specifiche sui pensieri e le emozioni che le persone provano. Come risultato della prima parte di questo progetto di ricerca, l'articolo scientifico "Suicide Risk Factors: A Language Analysis Approach in Social Networks" è stato scritto e pubblicato nel Journal of Language and Social Psychology.